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Teo Teocoli a Zelig, la standing ovation per il ritorno sul grande palco dopo la malattia

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Care lettrici e lettori di SegretoDonna Teo Teocoli uno dei comici più amati dal pubblico, grande protagonista a teatro, cinema e tv, ieri sera è tornato a essere Felice Caccamo a Zelig. teo teocoli zeligIl programma è tornato dopo a 5 anni dalla chiusura, alla conduzione Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. “Hanno dovuto tagliare dieci minuti perché quel pazzo di Bisio ed io abbiamo improvvisato, oh quello non molla mai“, sottolinea Teocoli grondando soddisfazione, perché “io sono un cabarettista e il cabaret è quel mondo dove si balla, si canta, si scherza e si improvvisano cose“. Anche se per la verità “Zelig non è proprio casa mia. Io sono più da Derby. Ci ho trascorso 17 anni e quell’impronta non andrà più via“.

 

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Ecco alcune indiscrezioni sul famoso mattatore  che non tutti sanno per esempio la frase che è costata a Teo Teocoli il posto a Mediaset? La rivela lo stesso attore, uno degli ultimi mattatori della comicità italiana. “Con Massimo Boldi e Gaspare e Zuzzurro – spiega la star 76enne, uno dei volti simbolo del mitico Derby di Milano, in una intervista al Giornale – andammo da Silvio Berlusconi a Villa San Martino. Parlammo, fece delle proposte, non ero d’accordo e dissi: Lei costruisca pure Milano 2 che io faccio il mio mestiere. Fui praticamente accompagnato alla porta. Aspettai in auto un’ora e mezza prima che gli altri uscissero“. Tutto bene è quel che finisce bene, però. “Qualche anno dopo fu proprio Berlusconi a richiamarmi nelle sue tv, aveva riconosciuto il mio talento“. Tutti felici: Teocoli, ricoperto d’oro per diventare uno dei miti della tv italiana tra anni 80 e 90.

Ed è proprio su quel palco che ha conosciuto alcuni dei suoi amici fraterni e degli eroi della risata italiana. Da Renato Pozzetto, a Boldi, da Diego Abatantuono al più grande di tutti, Enzo Jannacci, “anche se non sapeva ballare. In quel luogo succedeva di tutto, si creavano linguaggi, immagini, storie. Era una fucina di battutisti, nascevano i gerghi. Ricorda Guido Nicheli, sa Dogui, ossia Zampetti? Ecco noi parlavamo proprio così quando volevamo rendere una certa idea. Lui mi chiamava Yoghi perché dormivo sempre“.

Gli aneddoti sono infiniti: “Abatantuono chiese di stare dietro a me e Boldi sul palco per imparare. Aveva un impermeabile bianco e la gente rideva… Gli spettacoli erano lunghissimi, andavano avanti fino alle 3 e quando il comico di turno diceva e ora per finire… qualcuno in sala diceva sempre ecco, bravo. Poi si andava al Capolinea, poi a fare colazione, poi a prendere i giornali. L’unico momento in cui Milano si fermava era tra le 6.45 e le 7. In giro era il deserto. E io mi godevo quel quarto d’ora. Poi iniziava la città“. teo teocoli zelig teo teocoli zelig

Scritto da firedream79

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