Un libro interessante che vale la pena leggere, è certamente quello dell’Onorevole: Salvo Fleres, esperto di Diritti umani e uomo politico d’esperienza. Scritto insieme a Paolo Garofalo e in collaborazione con Giuseppe Gumina, Mario Passaro e di Militari dell’Aeronautica Italiana addetti alla sicurezza e vigilanza, testimoni della vicenda che nel 1985 fece balzare agli onori della cronaca, la base militare di Sigonella a pochi chilometri da Catania, protagonista di un caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti. Abbiamo intervistato l’autore per comprendere realmente i fatti accaduti e raccontati nel libro: L’ora che manca alla storia, Sigonella quarant’anni dopo.
D) Onorevole Fleres di cosa parla il suo libro?
R) Il libro che ho scritto a quattro mani con l’amico Paolo Garofalo e con la preziosa collaborazione di Giuseppe Gumina, di Mario Passaro e di alcuni altri Vam, che erano in servizio al momento dei fatti, si occupa di quella che è passata alla storia come “la notte di Sigonella”.
Volendo sintetizzarne il contenuto, potrei dire che riscrive e precisa quanto accaduto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre del 1985, quando, nella base di Sigonella, a pochi chilometri da Catania, atterrò un aereo egiziano con a bordo i terroristi che avevano sequestrato la nave da crociera italiana Achille Lauro ed avevano ucciso un ebreo, cittadino americano, Leon Klinghoffer il quale, come si vedrà leggendo la storia, non era “un ebreo qualunque” ma molto di più.
Il libro, in particolare, svela una serie di dettagli dell’intera operazione, che fino ad ora erano rimasti riservati, e mette in risalto il ruolo avuto dai nostri giovani avieri e dai carabinieri in servizio, sul cui coraggio si fondò l’esito favorevole e senza vittime, dei fatti accaduti, almeno fino al momento in cui entrò in scena il Presidente Bettino Craxi, interloquendo con il Presidente USA Ronald Reagan.
D) Gli anni 80 furono molto cocenti per la politica italiana, dalla vicenda Sigonella com’è cambiò l’ assetto politico a livello internazionale?
R) La situazione è cambiata parecchio, perché gli Stati Uniti, al di là degli aspetti formali che rimasero buoni, non gradirono per niente il fatto che l’Italia non volle consegnare loro né i terroristi, né chi aveva svolto compiti di mediazione nel rilascio dell’Achille Lauro, ma che loro ritenevano il vero mandante dell’intera operazione.
Mi riferisco a Muhammad Zaydan, meglio noto come Abu Abbas, che il nostro governo aiutò a fuggire, mentre gli altri terroristi furono regolarmente processati e condannati dalla magistratura italiana.
D) Perché Bettino Craxi, secondo lei, prese decisioni ferree nei confronti della vicenda, Sigonella?
R) Potrei rispondere che i reati dei quali erano accusati i terroristi palestinesi erano stati commessi su una nave italiana, dunque era la giustizia Italiana che doveva procedere nei loro confronti, come in effetti accadde.
Però sarei un ipocrita se non dicessi pure che la questione fu molto più complicata, dato che coinvolgeva oltre che i rapporti tra Italia e USA, pure i rapporti tra il nostro Paese e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, guidata da Yasser Arafat, ma anche i servizi segreti israeliani.
Resta il fatto che il comportamento dei nostri giovanissimi Vam e dei carabinieri della base, evitò reazioni molto gravi da parte dei miliari della Delta Force statunitense, che era stata inviata a Sigonella per prelevare, a qualunque costo, i terroristi palestinesi che avevano sequestrato l’Achille Lauro e Abu Abbas.
Il testo dedica un ampio spazio proprio a quella che, insieme a Paolo Garofalo, abbiamo definito “l’ora che manca alla storia”, vale a dire il tempo intercorso tra l’atterraggio a Sigonella dell’aereo Egiziano con a bordo i terroristi, e non solo, seguito dagli aerei con gli uomini della Delta Force, al comando del Generale Carl Steiner, ed il momento in cui la vicenda si avvio alla sua conclusione, con quello che la stampa del tempo giudicò un grande atto di “sovranità nazionale”, forse quello più significativo, da parte del Governo Italiano presieduto da Bettino Craxi.
D) Da allora la politica italiana e globale ha subito un cambiamento radicale?
R) Certamente sì. Nella parte conclusiva del libro noi spieghiamo le connessioni e le conseguenze politiche che la “notte di Sigonella” determinò sia nei rapporti tra l’Italia e gli USA, sia ciò che determinò nei destini dei suoi protagonisti, fino a giungere ai nostri giorni. Come sarò possibile notare leggendo il libro, le “sorprese” e le “curiosità” sono parecchie!
D) Oggi, cosa si potrebbe fare secondo lei per arginare conflitti gravi, che forse non sono mai cessati?
R) I rapporti tra USA e Italia, ma anche tra USA ed Unione Europea, hanno certamente bisogno di un’importante messa a punto, alla luce dei numerosi e complessi cambiamenti internazionali.
L’Occidente, e ciò che esso rappresenta, deve muoversi armonicamente e all’unisono, non certo in ordine sparso, e non può che sostenere le democrazie mondiali, soprattutto quando qualcuno vuole mettere in discussione la sovranità territoriale, i diritti umani e la libertà.
La via maestra è certamente quella diplomatica, tuttavia non sempre è percorribile e fingere che non sia così serve solo a non risolvere un bel niente.