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Ristoranti: depositato ricorso Codacons al Tar contro chiusura dei locali senza spazi all’aperto

Ristoranti depositato ricorso Codacons Tar

Analogo ricorso depositato anche in favore degli operatori del wedding. Da Decreto Governo discriminazioni inaccettabili e violazioni della costituzione Ristoranti depositato ricorso Codacons Tar 

TanasiCon due diversi ricorsi depositati al Tar del Lazio (tribunale competente), il Codacons ha impugnato il Decreto legge n. 52 del 22 aprile 2021 relativo alle riaperture delle attività economiche. Lo rende noto Francesco Tanasi Segretario Nazionale. Ristoranti depositato ricorso Codacons Tar 

Con il primo ricorso il Codacons contesta la parte del decreto in cui, con riferimento alle attività dei servizi di ristorazione, si limitano le riaperture ai soli ristoranti dotati di spazi all’aperto; con il secondo decreto si solleva la questione delle imprese operanti nel settore dei matrimoni, ingiustamente escluse dalle riaperture.

Si legge nel ricorso relativo ai ristoranti:

“Il Governo ha deciso di escludere dalla riapertura – per il periodo dal 26 aprile al 31 maggio 2021 – le attività dei servizi di ristorazione al chiuso, SENZA un estratto in sintesi dei contenuti delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico, SENZA una sintetica relazione in cui si chiariscono le evidenze scientifiche poste alla base della sospensione delle attività di ristorazione al chiuso, SENZA una specifica istruttoria sulla situazione epidemiologica del Paese e sul contesto socio-economico. Dinanzi a provvedimenti di tipo amministrativo, in assenza di istruttoria tecnico-scientifica e di pareri presupposti giustificativi, perciò, in carenza di adeguate motivazioni, essi si mostrano come atti ingiustificati, se non addirittura arbitrari, perché se la P.A. determina chiuse alcune attività e aperte altre deve dare adeguata motivazione del differente esercizio del potere. Da quanto rilevato emerge l’illogicità e la contraddittorietà laddove, per lo stesso arco temporale, da un lato si limita gravemente l’esercizio dell’attività di impresa per i locali che hanno spazi adeguati ma solo interni, dall’altro si consente l’apertura al chiuso per sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club, a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro […]

Altro punto controverso e privo di istruttoria riguarda il caso in cui si presentino avverse condizioni meteorologiche, come pioggia, vento, ecc. che potrebbero impedire di continuare il servizio all’esterno, come di fatto accaduto nei giorni scorsi. In tal caso, le “cause di forza maggiore” dovrebbero poter consentire di proseguire il servizio all’interno dei locali, anche per evitare di dare un disservizio ai consumatori/utenti. Ma tale circostanza non e’ stata prevista dal governo con la conseguenza – assurda – che alcuni ristoranti sarebbero stati multati per aver fatto entrare nel locale i clienti”.

Il Codacons ha dunque chiesto al Tar di annullare in parte i provvedimenti impugnati previa sospensione cautelare e adozione di misure cautelari, e in via subordinata di voler sollevare questione di legittimità costituzionale, previa delibazione della rilevanza e non manifesta infondatezza, nei confronti dell’art. 4 decreto-legge 22 aprile 2021 n. 52 per violazione degli artt. 2, 3, 24, 41, 113 Cost.

Violazioni della Costituzione che il Codacons ha sollevato anche nel secondo ricorso relativo al settore dei matrimoni, nel quale si rileva una palese disparità di trattamento, in evidente violazione degli articoli 3 e 41 della Costituzione, laddove si predilige di aprire al pubblico le fiere e i parchi divertimento o anche la ristorazione negli esercizi pubblici e di contro si proroga il divieto degli eventi privati che, come ricordato dalle Regioni nelle proprie linee guida, possono essere ben svolti, in totale sicurezza e nel rispetto delle misure di contenimento del contagio al pari di quanto possa avvenire per i ristoranti e le altre attività consentite.

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