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Alla ricerca dell’immortalità e dell’eterna giovinezza: il curioso caso della medusa immortale Turritopsis

diventare immortale

Da sempre, diventare immortale e l’eterna giovinezza hanno affascinato l’uomo.

Si narra che già oltre 4.000 anni fa, Gilgamesh, il mitico eroe sumerico dell’epopea babilonese, nella sua continua ricerca dell’immortalità, si rivolge a Utnapishtim, l’unico essere umano che, scampato a un mitologico diluvio universale, fu divinizzato assieme alla moglie ed aveva ricevuto il dono della vita eterna. Utnapishtim consiglia a Gilgamesh di abbandonare la sua ricerca dell’immortalità però gli indica il nome di un organismo che vive in fondo al mare e che è in grado di dargli l’eterna giovinezza. Gilgamesh trova l’organismo a Dilmun (forse l’attuale Bahrain) ma un serpente glielo ruba. Sconfitto, l’eroe ritorna nella sua città di Uruk, avendo perso la speranza di immortalità o di rinnovata gioventù.

Gilgamesh
Gilgamesh, il primo super eroe della storia

La medusa immortale diventare immortale

Ma nonostante l’insuccesso di Gilgamesh, la ricerca dell’immortalità è continuata nei secoli senza tuttavia registrare significativi progressi. Ma nel 1988 la scoperta casuale di uno studente tedesco di biologia marina, Christian Sommer, apre un incoraggiante spiraglio sul segreto della vita eterna. Nel corso delle sue ricerche, Sommer, suo malgrado moderno Gilgamesh, fece una scoperta stupefacente allorché rinvenne sui fondali della riviera di Portofino alcuni esemplari di Turritopsis dohrnii, piccola medusa originaria del Mar dei Caraibi e diffusa anche nei nostri mari. Sommer si accorse che il minuscolo animale, di circa 1 cm, invece di invecchiare sembrava che ringiovanisse sempre più fino a ritornare al suo stadio iniziale di sviluppo, quello di polipo. E da lì ricominciava un nuovo ciclo di vita.

Turritopsis dohrnii
Turritopsis dohrnii

Stimolati dalla strabiliante scoperta di Sommer, in molti continuarono a studiare il piccolo invertebrato ed osservarono che in condizioni di stress ambientale o quando si sente minacciata, Turritopsis dohrnii riesce a ritornare a uno stadio primordiale di ammasso di cellule indifferenziate e quindi a invertire il suo ciclo vitale. Lo stratagemma consente all’animale di ricominciare daccapo il suo percorso di sviluppo e di rigenerarsi nuovamente, più volte.

Per tale motivo, Turritopsis dohrnii che in questo modo sembra sfuggire alla morte e raggiungere la potenziale immortalità, è comunemente conosciuta come la medusa immortale.

Il comportamento di Turritopsis può essere paragonato a quello di una rana che (come nel film Il curioso caso di Benjamin Button con Brad Pitt), invece di morire, ritorna nuovamente allo stadio larvale di girino; questo a sua volta compie una metamorfosi e si ritrasforma in rana e poi di nuovo in girino. Per analogia, è come se l’uomo divenuto vecchio ad un certo punto inverte il proprio sviluppo e incomincia a ridiventare sempre più giovane sino a ritornare nuovamente bambino e quindi pervenire allo stadio di embrione. E così di seguito.

È stato dimostrato che il ringiovanimento della medusa immortale è reso possibile dalla capacità non comune che hanno le sue cellule di transdifferenziarsi, cioè di perdere la specializzazione conseguita ed essere convertite in cellule di un altro tipo; ad esempio una cellula muscolare ritorna alla situazione di cellula embrionale e quindi si differenzia in cellula nervosa. Un processo simile si osserva nelle cellule staminali umane.

E da tenere presente però che, anche se le cellule possono essere immortali, non necessariamente questo è valido per l’identità dell’organismo stesso. Infatti, si può anche immaginare che un vecchio, dopo essere ritornato giovane, bambino e quindi embrione, può rinascere ma come clone. Le sue cellule sarebbero state riorganizzate e riciclate, ma il vecchio sarebbe scomparso; al suo posto sarebbe un nuovo essere diverso con un nuovo cervello, un nuovo cuore, un nuovo corpo.

L’immortalità può diventare una maledizione?

D’altro canto, immortalità non necessariamente significa anche eterna giovinezza. Talora l’immortalità può essere una maledizione piuttosto che una benedizione, come Titone ha imparato a sue spese, mitico principe troiano e giovane di straordinaria bellezza. Di lui si innamorò perdutamente Eos, la dea dell’alba che si rivolse a Zeus, padre di tutti gli dei, affinché gli concedesse l’immortalità dimenticando di richiedere anche l’eterna giovinezza.

Ma Zeus interpretò letteralmente la richiesta di Eos e Titone non morì. Però inesorabilmente invecchiò sempre più e perse la propria bellezza e le sue facoltà e con esse anche l’amore di Eos. Vedendo il suo amato diventare sempre più vecchio e privo di forze, Eos ottenne che Titone fosse mutato in cicala.

In natura ci sono tanti altri esempi di piante ed animali che come la medusa Turritopsis sono davvero tecnicamente immortali e non sembrano invecchiare.

Nonostante l’ottimismo di alcuni scienziati che ritengono la medusa immortale la specie più miracolosa dell’intero regno animale che aiuterà l’uomo a risolvere il mistero dell’immortalità, si è ancora ben lontani dal comprendere come si invecchia al contrario. diventare immortale

Scritto da Angelo Messina

già Professore Ordinario di Zoologia all'Università di Catania

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