I dati vendite al dettaglio pubblicati oggi dall’Istat relativi ad aprile 2025 non rappresentano un segnale di ripresa dei consumi, ma sono il risultato di un’alterazione dovuta all’effetto calendario. Lo afferma il Codacons, che invita a una lettura prudente delle rilevazioni statistiche.
Famiglie ancora in sofferenza, deboli i beni non alimentari Vendite al dettaglio
“La Pasqua, celebrata quest’anno ad aprile, ha generato un effetto distorsivo nel confronto tendenziale con il 2024, quando la festività era caduta a marzo – spiega Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons. L’apparente incremento è determinato in larga parte da fattori stagionali e concentra la crescita esclusivamente nel comparto alimentare”.
Al contrario, il segmento dei beni non alimentari registra una performance negativa: -0,4% in valore e -0,8% in volume su base annua. “Si tratta di un indicatore eloquente del persistente indebolimento della domanda interna, in particolare per i consumi discrezionali – prosegue Tanasi – l’inflazione accumulata negli ultimi mesi continua a comprimere il potere d’acquisto delle famiglie, che reagiscono razionalizzando le spese e rinviando gli acquisti non essenziali”.
Il Codacons sottolinea come, al netto delle variabili stagionali, non si intravedano al momento segnali strutturali di ripresa nei consumi, e rinnova l’appello a misure urgenti di sostegno al reddito e al contenimento dei prezzi, in particolare nel comparto alimentare e nei servizi primari.