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Belpasso: la Fondazione Carri S. Lucia, una realtà storica intramontabile.

La geometrica, Scacchiera dell’Etna, si fonde tra cultura e le tradizioni, di un territorio caparbio come quello di Belpasso, paese dell’hinterland catanese. Essere catturati dal paesaggio fatto di lava e distruzione rimasta però  nelle vene  dei suoi abitanti, ci riporta ad una Sicilia antica che, oggi non esiste più, ma se la distruzione porta sempre rinascita di  architettura, arte, colore e odori di fichi d’india  e di generoso: savoir faire, la Fondazione Carri S. Lucia, diventa identità forte e decisa. Non è facile parlare ad un belpassese di come fare tradizione, se non hai vissuto fino alle viscere il territorio; facile invece, è accostarsi con rispetto ad  Maestri artisti chiedendogli: cosa rappresenta questo o quel Carro? Allora vedrai nei suoi occhi una scintilla, la stessa dei loro predecessori, padri, nonni ecc…Ma come si vive oggi nel terzo millennio, una Fondazione  come quella dei Carri? Abbiamo chiesto al suo Presidente, Antonino Girgenti di raccontarcelo.

 

D:  Nino, lei è cresciuto a Belpasso, ci racconti della sua infanzia e del suo vivere le tradizioni del territorio. 

R: Sono un tipo parecchio introverso. Molto timido da ragazzino, tendevo a immedesimarmi negli altri cercando di fare ciò che loro si aspettavano da me. Poi crescendo ho sviluppato una certa diffidenza nelle persone. Questa sorta di distacco è stata utile poiché mi ha permesso di coltivare le mie principali passioni: l’arte e il teatro. Mi ritengo una persona attenta alla conservazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico. Estremamente sensibile alla questione ambientale, da molti anni in prima linea per promuovere e sensibilizzare alla tutela del territorio. Oltre a essere presidente della Fondazione Carri S. Lucia, sono vicepresidente di: Sciaraviva che, è a tutti gli effetti una sorta di federazione, dato che vi hanno aderito oltre a liberi cittadini, anche diverse associazioni.

 

D: Quando e perché nasce la Fondazione Carri S. Lucia? 

R: E’ stata una gestazione complicata. La Fondazione, è il risultato di un confronto generazionale, dove ha prevalso la consapevolezza in una visione differente. Verso la fine degli anni ’90 si iniziò a parlare di un ente sovrano e autorevole, nell’interesse delle maestranze dei quartieri storici di Belpasso. L’auspicio era di riuscire a promuovere e rendere più sostenibile la storica manifestazione dei Carri di S. Lucia. Ero un carrista alle prime esperienze, ricordo che gli anziani e molti “Mastri” non erano affatto unanimi, anzi, erano molto scettici poichè ritenevano impossibile una collaborazione in armonia tra i 5 quartieri cittadini. Con assoluto rispetto, sto parlando di persone speciali che hanno dato tanto ai Carri, ma covava in loro un notevole risentimento per gli screzi del passato. La nuova generazione ha creduto (e poi dimostrato nei fatti) di poter superare quella mentalità così conservatrice e nel 2010 su iniziativa degli stessi quartieri, nasce la Fondazione. Sono trascorsi 15 anni. Un percorso non facile, ma oggi nel pensiero comune è impossibile pensare al presente e futuro dei Carri di S. Lucia senza la Fondazione. Questa creatura è riuscita a unire la città facendo leva su una tradizione forte, affascinante, unica, in cui i belpassesi tutti si identificano e si sentono orgogliosi.

 

D:Quando è stato eletto? Ci parli della sua esperienza come Presidente. 

R: In un momento singolare. Occorre una premessa, Gianni De Luca, il primo Presidente nonché grande fautore della stessa Fondazione, dopo 7 anni aveva lasciato l’incarico. Gianni ha dato tanto ai Carri, così come alla festa di S. Lucia e a tutta Belpasso, grandissimo il suo impegno nelle attività culturali, il museo multimediale Mechanè fu realizzato durante la sua reggenza ed è una bellissima realtà, merito suo, di chi all’epoca ha collaborato alla sua realizzazione e grazie anche all’intuizione di una persona che non c’è più ma merita di essere ricordata: Turi Piana. 

Quando nel 2017 la Fondazione si ritrovò senza Presidente, erano sorte delle piccole tensioni tra i quartieri riguardanti proprio la successione di Gianni. Per settimane ci siamo confrontati con i quartieri, non aveva senso dividersi sulla scelta di una singola persona, era giunto il momento di costruire una squadra vera, trasversale. Ero restio a candidarmi, non mi sentivo pronto, né adeguato all’incarico. Con discreto interesse osservava e attendeva i nostri sviluppi pure l’amministrazione comunale che ha sempre sostenuto i Carri di S. Lucia e la Fondazione essendo socio istituzionale, non chè il principale finanziatore. In quello stesso periodo si stava ultimando un’importante opera pubblica, i nuovi Laboratori dei Carri di S. Lucia (quelli adiacenti l’isola ecologica). Si doveva organizzare l’edizione di dicembre, alla Fondazione serviva alla svelta un nuovo presidente e così ai primi di settembre si riuscì a convergere su di me. Non avevo la minima idea di ciò che mi aspettava, ma ero consapevole di trovarmi di fronte una salita molto ripida. Averla spuntata come presidente in Assemblea non significava molto per me, dovevo guadagnarmi sul campo la fiducia di oltre 200 persone. Molti di loro all’epoca nemmeno mi conoscevano, al confronto con il presidente uscente, ero nessuno. Quindi senza montarmi la testa, iniziai a lavorare con umiltà, seguendo i suggerimenti delle persone più esperte, dei membri del mio consiglio e di chi mi aveva preceduto, con un approccio prevalentemente rivolto al coinvolgimento. Iniziai immediatamente a tessere relazioni: con i fornitori, le scuole, i funzionari amministrativi. Cercando nuove opportunità, bandi, contributi, collaborazioni, sistemi per ottimizzare le spese. Nel 2018 con lo staff di Belpasso Musei e la Pro Loco, organizzai i primi laboratori didattici associati alle visite al polo museale, la prima vera offerta formativa rivolta alle scuole. Sono seguiti PON, PCTO e la convenzione con l’università per i tirocini formativi. Non so come spiegare, ma avvertii su di me una grande responsabilità, pur non sentendomi perfettamente a mio agio nel ruolo di presidente, cercai sin da subito di dare il massimo, provando a spostare sempre più in là l’orizzonte del mio operato. I risultati non tardarono ad arrivare, è stato un crescendo di attività, attenzioni e riconoscimenti. Ci sono stati momenti difficili, come nel periodo del Covid, ma ci siamo rialzati in fretta perchè più forte fu la voglia di adattarsi e ripartire. Oggi la Fondazione non è solo un’organizzazione autorevole, importante e inclusiva. E’ una realtà operante nel territorio con una vera funzione sociale.

 

D: Progetti futuri per la Fondazione? 

Sono diversi e ambiziosi. C’è un grande potenziale inespresso, non tutti l’hanno capito, quindi cerco di allontanare tifosi e simpatizzanti di varie entità politiche, respingendo con forza qualsiasi tipo di ingerenza. Viviamo un momento particolare, tutto appare oltremodo esasperato, i toni spesso si alzano e qualsiasi argomento diventa pretesto per una nuova polemica. Sono consapevole che “chi fa” attira facilmente attenzioni, gelosie e invidie. Continuerò a spendermi per la città e fin che avrò la fiducia dei carristi, difenderò gli ideali che hanno portato alla nascita della Fondazione. Un tempo sarei stato meno diretto, ma oggi il ruolo mi impone di prendere una posizione netta e decisa, specialmente quando, per interessi diversi dai nostri scopi sociali si tenta di coinvolgere la Fondazione in operazioni discutibili. Siamo un Ente del Terzo Settore legalmente riconosciuto, abbiamo raggiunto una discreta autonomia gestionale, ci sono delle prospettive interessanti di crescita. Quella dei Carri di S. Lucia è una manifestazione laica e resterà l’attività prevalente della Fondazione. E’ un evento già autoalimentato dai nostri volontari (i carristi), che continueranno a prestare gratuitamente la loro manodopera a titolo di devozione. Ma dobbiamo essere abili a cogliere nuove opportunità di sviluppo. Il futuro della Fondazione lo immagino con percorsi formativi professionalizzanti e una presenza ancora più costante nel corso dell’anno. Una volta i Carri erano solo a dicembre, adesso c’è la seconda rappresentazione in agosto a cui abbiamo associato delle belle serate di spettacolo, mi riferisco al Mechanè Festival. Poi i laboratori creativi in collaborazione con la Pro Loco da settembre in poi, parallelamente alla fase di allestimento. Negli ultimi 2 anni sempre insieme alla Pro Loco abbiamo aggiunto un altro prestigioso appuntamento, il Festival Letterario in primavera. Sempre cercando il coinvolgimento delle scuole del territorio e delle realtà più significative, come ad esempio la Fondazione Bufali e la Società Operaia a cui siamo legati storicamente per la nascita della manifestazione dei Carri di S. Lucia. Quest’anno inoltre su impulso dell’amministrazione comunale, abbiamo realizzato pure i carri per carnevale. E ancora le visite presso il polo museale e i laboratori didattici 365 giorni l’anno.

 

D: Cosa ha dato a lei e cosa lei ha dato alla Fondazione Carri.

Ritengo di essermi speso in modo totalizzante. Nei limiti delle mie possibilità e competenze ho dato ciò che potevo, cercando di fare meno sbagli possibili. Otto anni in cui ho ricevuto tantissimo a livello umano e professionale, è stata senza dubbio l’esperienza più importante, mi ha fornito gli strumenti (e gli anticorpi) indispensabili a fare fronte alle più disparate necessità della vita. Per questi motivi oggi mi sento in debito, sono pronto a lasciare spazio a qualcun altro. Sarei felice di collaborare con un nuovo Presidente ed auspico di riuscire a individuarlo presto insieme ai presidenti dei quartieri e all’Assemblea, per consigliarlo e sostenerlo nel portare avanti un incarico che più o meno degnamente sto onorando come “servizio” nell’esclusivo interesse della Fondazione e dei quartieri che la compongono. Una menzione speciale va ai carristi di tutti i quartieri che nel corso di questi anni mi hanno sostenuto e incoraggiato sempre, specialmente nei momenti più delicati.

Scritto da Patrizia Orofino

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