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Coronavirus, Alessandro Borghese si sfoga: “Senza aiuti resisto un altro mese”

Alessandro Borghese ristorante

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 ha messo in ginocchio l’intera economia del nostro paese. Tra i settori più colpiti troviamo anche quello della ristorazione, il cui destino non è destinato a migliorare a partire dal 18 maggio.Alessandro Borghese ristorante

Si prevede la riapertura di bar e ristoranti, ma i costi di gestione rimangono sempre gli stessi, mentre il numero dei clienti che si possono ospitare si riduce drasticamente per rispettare le distanze di sicurezza imposte.

La situazione preoccupa baristi e ristoratori, tra cui il noto conduttore di 4 ristoranti Alessandro Borghese che gestisce un’attività di catering, un’agenzia di consulenza, un pastificio e il ristorante “Il lusso della semplicità”.

Alessandro Borghese in crisiAlessandro Borghese ristorante

La ristorazione si appresta a ripartire, ma Alessandro Borghese appare abbastanza preoccupato per questo. Non tanto perchè gli aiuti da parte del governo non sono ancora arrivati, ma perchè non sono chiare le regole con cui si dovrà gestire la riapertura. Lo ha rivelato lo stesso Borghese durante un’intervista al Corriere della Sera:

Alessandro Borghese ristorante

“L’assenza dello Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana. Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono”.

Il lockdown non ha fatto bene nemmeno all’attività di Borghese, che senza l’aiuto dello stato ha dovuto anticipare l’assegno della cassa integrazione per i suoi dipendenti. Ma così non si può reggere a lungo, anche perchè gli introiti si sono ridotti:Alessandro Borghese ristorante

“Ora siamo fermi. È tutto chiuso. E sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori: non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia. Ma così non si può resistere a lungo. Un altro mese. Se le cose non si smuovono dovrò decidere cosa fare con il personale, le spese d’affitto e le bollette. Ma è un’evenienza in cui spero di non dovermi trovare”.

Le piccole attività potrebbero crollare

Ma più che per la sua attività, che comunque è abbastanza grande, Borghese è preoccupato per le piccole attività che potrebbero non reggere alla crisi e alla riapertura, perchè sarà impossibile gestire i costi con introiti minori:Alessandro Borghese ristorante

“Mancano appena tre settimane e non ci sono ancora le regole d’ingaggio, anche solo per capire quanto costerà far ripartire le attività. Qualche esempio? Sanificare un locale da 300 metri quadrati costa tra i mille e i 3 mila euro. Ogni quanto sarà necessario farlo? E, poi, come dovranno essere allestiti i locali? Non saperlo rende impossibile pianificare e non si potrà improvvisare, ne va della salute dei clienti e dei lavoratori”.

Alessandro Borghese ristorante

“Se il distanziamento sarà di due metri il mio ristorante passerà da 95 coperti a 65. Ancora sostenibile. Se dovesse essere di più, dovrò ripensare del tutto l’attività e in qualche maniera farò, ma tantissimi ristoratori non saranno nelle condizioni di riaprire”.

Alessandro Borghese reputa come stupida l’idea di far sedere i clienti vicini solo se vivono insieme, altrimenti non sarà concesso:

“Una stupidaggine. Qualcuno dovrà domandare ai clienti se sono parenti e in caso contrario dividerli? Non scherziamo, chi verrà insieme sarà cosciente di quello che fa. Mi preoccupa, invece, che possa essere richiesto il distanziamento in cucina. Il fine dining ha piatti che richiedono anche due o tre persone per la preparazione. Inoltre, non è il mio caso, ma tantissimi locali hanno cucine minuscole e non potrebbero mai adeguarsi”.

Sicuramente mai come prima il mondo della ristorazione subirà un grande cambiamento, per quelle attività che riusciranno a sostenere la riapertura. Continuate a seguirci su SegretoDonna.

Scritto da Sophi Campailla

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